La buona scuola siamo noi

news_img1_72070_sciopero-scuola-5-maggioDa tre anni, qui a Reggio Emilia, il collettivo pedagogico “Altre scuole possibili” si incontra per parlare di educazione e organizzare percorsi di autoformazione dal basso.

Il gruppo è composto da insegnanti, genitori, educatori e studenti che si scambiano saperi, e fanno proposte concrete per sostenere il progetto costituente di una scuola pubblica realmente inclusiva, aperta al dialogo con tutte le parti, capace di interrogarsi sulla funzione sociale della scuola, sui processi valutativi e sui rischi che il disinvestimento sull’istruzione statale e l’ingresso dei privati stanno provocando alla nostra comunità.

Se in un primo momento il ritrovarsi a discutere di scuola non poteva che prefigurarsi in un luogo libero, di tutti e tutte come quello autogestito di Casa Bettola, col passare del tempo sempre più genitori e cittadini del quartiere hanno ritenuto importante riportare la libertà di parola e di critica sulla scuola dentro la scuola stessa, restituendo forza e autorità al suo mandato costituzionale.

Abbiamo approfondito alcuni aspetti importanti del sistema di valutazione nazionale e quiz Invalsi, che spesso non vengono neanche minimamente menzionati ai genitori. Ci siamo documentati, abbiamo coinvolto esperti, abbiamo raccolto informazioni che ci hanno mostrato il vero volto della scuola che hanno in mente i Signori Invalsi: non certamente quella che educa al pensiero critico ma piuttosto una scuola fondata su una conoscenza trasmissiva, misurabile a crocette in cui la creatività diventa un ostacolo all’omologazione delle masse studentesche.

Riportare questo dibattito dentro le scuole, per noi, è stata una conquista. Come lo è stato sapere che pochi giorni fa i genitori si sono incontrati con le loro maestre per parlare delle ragioni degli scioperi, di come i test trasformeranno la didattica e la qualità dell’istruzione; ed è questa esperienza collettiva a fare scuola, diventando atto pedagogico.

Mercoledì 29 aprile più di cento persone del quartiere si sono ritrovate a Casa Bettola per organizzare una cassa di resistenza e sostenere economicamente le maestre e le collaboratrici scolastiche della scuola primaria S.G.Bosco nei due giorni di sciopero, il 5 e 6 maggio. La pizzata resistente per la scuola pubblica aveva un forza tutta speciale: ha riunito intorno a tanti tavoli, noi maestre, noi genitori, noi educatrici educatori, noi cittadini e cittadine, insieme. Ubuntu. Pronti a cambiare. Abbiamo raccolto un contributo, più che simbolico, per 15 lavoratrici della scuola, ma ciò che conta è sapere che questa battaglia per una scuola pubblica gratuita, laica, partecipata, condivisa è solo all’inizio. E deve vederci marciare insieme. Grazie a tutti e tutte le partigiane della scuola pubblica. 

Altre scuole possibili – Casa Bettola