Sabato 13 giugno ore 17.30 ritrovo in Piazza Casotti
Manifestazione “Acqua pubblica subito!”
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Da Sabato 13 giugno a lunedì 15 giugno in Piazza Casotti e Piazza Prampolini
Acampada per l’acqua pubblica e i beni comuni
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La ripubblicizzazione dell’acqua a Reggio Emilia è in pericolo. Da sabato 13 giugno saremo assieme a tante e tanti a difenderla.
Dopo i 250.000 SI a Reggio e provincia nel Referendum del 2011, dopo che i Sindaci del nostro territorio si sono impegnati, anche in campagna elettorale, a voler ripubblicizzare, abbiamo appreso in questi giorni che essi intendono fare marcia indietro per tutelare altri interessi.
Eppure gli studi di fattibilità dimostrano che il progetto, oltre che coerente con l’esito referendario, è anche sostenibile economicamente.
Tutto ciò è inaccettabile.
Il Laboratorio No Expo sarà perciò presente alla manifestazione “Acqua Pubblica Subito!” con partenza da Piazza Casotti sabato 13 giugno alle 17.30 e invita cittadine e cittadini a manifestare, nel 4° anniversario del Referendum, la propria indignazione per una politica che non tutela diritti e beni comuni, ma solo le proprie rendite di potere.
Invitiamo tutte e tutti a portare una tenda per partecipare all’Acampada; un presidio che da sabato sera rimarrà ininterrottamente sotto il Comune fino al Consiglio Comunale di lunedì pomeriggio. Riportiamo la decisione sul futuro dell’acqua nello spazio pubblico, nelle strade e nelle piazze, facciamo sentire la nostra voce davanti alle porte chiuse del Municipio.
Si scrive Acqua, si legge Democrazia. Riprendiamocela!
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Per chi vuole sapere di più….
1. Non esiste indebitamento diretto dei Comuni per finanziare questa operazione. Nessun sindaco quindi sarebbe costretto a rinunciare a realizzare un asilo nido per finanziare l’acqua pubblica.
2. Con la nostra bolletta paghiamo già i costi di gestione. Siamo noi a pagare tutto quello che serve per finanziare il Servizio Idrico, dalla spesa corrente agli investimenti. Nessuno (non certo Iren) si prende a carico oggi di oneri che domani sarebbero a carico della comunità reggiana.
3. La minaccia che la tariffa possa aumentare con la nuova azienda speciale, più di quanto aumenterebbe restando con Iren, è priva di qualsiasi fondamento. Iren ricava dall’acqua profitti milionari, mentre il nuovo gestore pubblico deve operare fuori da logiche di profitto, come hanno stabilito i cittadini italiani con il Referendum
4. I costi di gestione della nuova azienda pubblica saranno inferiori a quelli attuali (ad esempio non ci saranno più maxi stipendi per i manager!). Lo stesso interesse che pagherebbe il gestore pubblico per finanziare gli investimenti sarebbe inferiore rispetto a quello, riversato interamente nelle nostre bollette, che deve pagare un gruppo il cui indebitamento ha oltrepassato il livello di guardia.
5. Il rischio che il gestore pubblico possa fallire mettendo a repentaglio le risorse degli Enti Locali è inesistente, visto il sistema tariffario e i profitti che l’attuale gestore ne ricava.
6. Se si optasse per il Piano B di cui parlano voci interessate (una società mista degli Enti Locali reggiani) bisognerebbe comunque privatizzare. Con tutti i costi e i rischi di questa ipotesi, finora inesplorata. La fattibilità della gestione pubblica è già stata ampiamente dimostrata da studi indipendenti.
7. Perché non possiamo fare a Reggio Emilia quello che si fa, con ottimi risultati, a Milano, a Torino, a Napoli, a Verona, a Parigi e in tante altre città Europee?
8. La gestione pubblica che vogliamo, fuori da logiche di profitto, dovrà essere improntata a criteri di sobrietà, di efficienza, di trasparenza, di equità tariffaria e di risparmio della risorsa acqua.
9. La partecipazione dei cittadini e dei lavoratori alla gestione e al controllo dell’azienda speciale, saranno la garanzia fondamentale per evitare l’inquinamento da clientelismi di natura politica.
10. La nuova azienda speciale per l’acqua pubblica sarebbe legata al territorio reggiano: con maggiori benefici per le comunità, più certezze per i lavoratori e un ottimo servizio gli utenti.