Reggio Emilia dice no a Renzi!

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Sabato 11 giugno – Reggio Emilia

★ Manifestazione contro le politiche del governo, per un’alternativa

★Concentramento ore 10.00 Piazza 24 maggio (Porta castello, tra Corso Garibaldi e Piazza Fontanesi)

★Corteo lungo Viale Umberto I – momento conclusivo al Parco delle Caprette

Pochi giorni fa Matteo Renzi ha annunciato la sua intenzione di visitare Reggio Emilia sabato 11 giugno. Cogliamo da subito la notizia come un’occasione per costruire una manifestazione contro le politiche del governo che si dimostrano sempre meno democratiche e sempre più elitarie.

Vogliamo dire che questo governo non ci rappresenta e dimostrare cheinsieme possiamo costruire un’alternativa, invertendo la tendenza di una politica che progressivamente sta aumentando la distanza dalla società, restringendo gli spazi della democrazia.

In questo momento in tutto il paese si stanno raccogliendo firme per restituire ad ognuno di noi la possibilità di esercitare una forma di democrazia diretta attraverso lo strumento del referendum, recuperando la possibilità di contrastare le cosiddette riforme del Governo Renzi che stanno modificando profondamente le nostre condizioni di vita, dalla scuola al lavoro, dalla gestione dei beni comuni allo sviluppo del territorio e al nostro rapporto con l’ambiente.

L’11 giugno vogliamo portare i quesiti referendari per le strade della città dando vita ad un “Referendum in piedi”, in cui studenti, insegnanti e genitori contrari alla “Buona Scuola” possono manifestare insieme a lavoratrici e lavoratori contrari al “Jobs Act”, in cui comitati e cittadini che si battono contro lo “Sblocca Italia” e il “Decreto Madia” possono testimoniare il loro dissenso insieme a comitati e cittadini contrari alla cosiddetta riforma costituzionale.

Matteo Renzi sarà a Reggio Emilia per partecipare all’inaugurazione di un nuovo centro oncoematologico all’Ospedale Santa Maria Nuova. Per evitare fraintendimenti sottolineiamo che certamente siamo favorevoli all’apertura di nuovi centri di cura oncologici, ma pensiamo che sia necessario mettere in evidenza alcune contraddizioni.

L’Italia si classifica al primo posto in Europa per incidenza di tumori infantili da 0 a 14 anni e con il maggior numero di morti premature per inquinamento atmosferico, raggiungendo nel 2012 84.400 decessi (Agenzia europea per l’ambiente). Reggio Emilia si colloca proprio nell’area maggiormente inquinata, quella della Pianura Padana. Le ultime rilevazioni dicono che la percentuale di malati di tumore è in aumento, anche se la mortalità è in lieve diminuzione per una sempre migliore tecnica terapeutica.

Di fronte a dati così drammatici pensiamo che sia importante andare alla radice, identificando le cause delle malattie tumorali soprattutto nel modello industriale ed energetico e nell’utilizzo di combustibili fossili, nella continua costruzione di grandi opere e nuove infrastrutture che privilegiano l’uso di massa dell’automobile, nella gestione dei rifiuti e nel ricorso all’incenerimento.

In altri termini vogliamo rendere evidente come ci sia un conflitto tra la tutela della salute e le politiche promosse dal governo e vogliamo aprire un dibattito sulla prevenzione primaria per contrastare le malattie tumorali alle origini, ripensando in modo radicale il modello di sviluppo.

La seconda contraddizione che vogliamo sollevare riguarda il fatto che il premier con una mano taglia il nastro per inaugurare un nuovo centro considerato d’eccellenza, mentre con l’altra taglia i fondi per la ricerca e i servizi della sanità pubblica. La sanità è proprio uno degli ambiti in cui i processi di privatizzazione e le politiche di austerità sono più accelerate a danno delle persone e dei lavoratori sanitari. Si tende sempre di più a creare diritti differenziati alla salute, con un accesso regolato dal proprio portafoglio, creando anche disparità geografiche, favorendo alcune eccellenze mentre ospedali periferici vengono trascurati, come risulta evidente dalla possibile chiusura del reparto di Ostetricia dell’Ospedale “Sant’Anna” di Castelnovo Monti.

Contro questa tendenza di aziendalizzazione e privatizzazione, che trasforma i servizi sanitari in aziende subordinando le esigenze di benessere a quelle economiche e finanziarie, vogliamo manifestare per una sanità che funzioni per l’intera collettività.

Vogliamo sostituire una politica che rappresenta gli interessi dei pochi con una politica capace di dar voce ai bisogni e ai sogni dei molti e per creare, al posto di una democrazia formale dall’alto, una democrazia reale dal basso in grado di rappresentare diffusamente i diritti e la dignità delle persone.

Manifestazione 11 GIUGNO (fronte) - Copia